Questo è il mio modo di festeggiare Giancarlo Antognoni, il mio mito, il mio capitano, l’unico dieci, ma soprattutto “l'uomo che gioca guardando le stelle”, una definizione data dal cronista Vladimiro Caminiti il giorno dopo il suo esordio in serie A con la Fiorentina.
Mi ricordo quel giorno come se fosse ieri, era il 15 ottobre 1972 e la mia squadra del cuore giocava a Verona, ero un ragazzo di 16 anni (che sognava, a differenza della maggior parte dei miei coetanei, non di diventare un asso del pallone, ma un grande artista), mi trovavo a casa dei nonni a Padova e disteso sul letto con la radiolina all’orecchio ascoltavo la partita. Vincemmo 3 a 0, ero al settimo cielo, ma soprattutto aspettavo lo splendido esordio del mio quasi coetaneo Giancarlo Antognoni, che vedevo spesso perchè veniva nello stesso bar dove ogni tanto andavo a giocare a calcetto, il bar latteria in via San Gervasio all’angolo con via Carnesecchi, dove tuttora c’è la sede delle giovanili Viola.
Quante giornate indimenticabili, quanti sogni mi hai fatto vivere, quante paure mi hai fatto prendere, non mi stancherò mai di ringraziarti e con me Firenze.
Tanti auguri Giancarlo!